- Notizia breve - Redazione di Largo Consumo
Al Sana il mondo biologico di Abafoods
In Italia, Abafoods produce biologico fin dal 2007, anche attraverso progetti di integrazione della filiera agricola grazie alla Società La Goccia. Tra Veneto, Emilia-Romagna, Puglia e Molise, sono oltre 400 gli ettari coltivati, con un metodo di coltivazione che esclude la monocoltura intensiva. In pratica, la stessa coltura non succede mai a se stessa. Il tutto, con sementi biologiche, rigorosamente non OGM, rigorosamente senza l’utilizzo di fertilizzanti chimici di sintesi. Oggi, Abafoods ha una rete di 100 agricoltori in Italia, con i quali lavora, in sinergia, per utilizzare i migliori cereali.
A Sana, Giulia Salmaso, Head of Sales di Abafoods racconta: “Tra i nostri visitatori molti negozianti di prodotti biologici che conosciamo da tempo, grazie anche al gruppo di BioToBio, il nostro partner per le bevande vegetali del brand Isola Bio, leader di mercato nel canale specializzato.
Abafoods fa parte del gruppo europeo Ecotone e, in Italia, oltre a distribuire i brand del Gruppo come il tè Cupper e gli spalmabili Whole Earth, produce bevande vegetali in uno degli stabilimenti più avanzati d’Europa. Per il mercato italiano, oltre al marchio Isola Bio, produciamo il marchio Bjorg, dedicato alla Gdo, canale nel quale stiamo crescendo sia a livello distributivo che di vendita. Inoltre, sviluppiamo anche molti progetti private label, con tantissime insegne della Grande Distribuzione”.
Non solo, però, il mondo delle bevande vegetali. “Sì, siamo presenti con altri due marchi di food. A partire da Cupper, diventato, a oggi, il primo brand biologico della Gdo, nonostante l’inflazione e le sue conseguenze sulla capacità di spesa dei consumatori. L’altro prodotto è il marchio Whole Earth per le creme spalmabili di peanuts, oltre a bibite biologiche organiche. Parlando di burri di arachidi, quest’anno abbiamo raddoppiato la nostra presenza a scaffale con un’innovazione di formato: il Super Smooth in formato squeeze”.
Quali sono i valori che uniscono tutti questi brand? “Quello della sostenibilità, prima di tutto, che per noi passa attraverso il biologico. Lo testimonia la nostra Certificazione B Corporation, con il punteggio più alto dell’industria del food. Oltre a questo, ricette pulite con (dove possibile) il minor numero possibile di ingredienti. Ad esempio, nel burro di arachidi stiamo andando verso il mono ingrediente, con una lista ridottissima”.
Che novità avete portato a Sana? “Le innovazioni sulle bevande vegetali con l’aggiunta di proteine, sempre in coerenza con i nostri valori del bio. Va evidenziato che le categorie delle bevande vegetali, nel biologico, è la terza per valori di crescita, dietro prosciutto e latte. Da qui, la nostra decisione di portarla avanti, con le innovazioni sul proteico, anche sul fronte delle bevande vegetali a marchio Isola Bio.
Per quanto riguarda Cupper, brand dai packaging iconici, stiamo cercando di vivacizzare un comparto molto stagionale come quello del tè e degli infusi caldi attraverso attività di IN&OUT. Ad esempio, questa estate abbiamo lavorato sulle infusioni a freddo, mentre a Sana abbiamo portato le speciali infusioni invernali. Proporremo nuovamente anche il Calendario dell’Avvento, che cela 24 bustine: è piaciuto molto ad Amazon, dove il marchio Cupper è presente e molto apprezzato.
Tornando al packaging, uno dei nostri driver è la sostenibilità ambientale. Quello delle bevande vegetali è derivato per l’88% da fonti rinnovabili. Il nostro è un impegno costante alla ricerca di una sempre maggiore sostenibilità per l’ambiente. Il packaging però che è la punta dell’iceberg della nostra visione aziendale. Dietro c’è una sostenibilità che, a partire dalla produzione e dalla scelta delle materie prime, è sempre rispettata. Così come per l’acqua, dove puntiamo ad eliminarne completamente lo spreco, utilizzando anche un sistema idrico a ciclo completo”. Per il mercato estero, invece? “Cupper è utilizzato per l’Italia e la Spagna, mercati che gestiamo in sinergia, anche per le caratteristiche comuni. Per gli altri Paesi, che hanno ci sono specifiche logiche di mercato e brand diversificati, specie per le bevande vegetali. In questo comparto, a livello di tendenza generale, possiamo riscontrare una grande crescita dell’avena in tutte le sue varianti. Sicuramente, continua il trend positivo delle proteine. Per quanto riguarda le bevande calde, nel post-Covid, gli infusi, dopo la grande crescita, sembrano lasciare spazio ad un ritorno al tè”.