Largo Consumo 3/2025 - Notizia breve - Pubblicato on line - Marco Mancinelli
Gruppo Martelli procede nel suo percorso di sviluppo
Specializzato nella produzione di salumi, il Gruppo Martelli annovera 66 anni di storia di imprenditoria familiare iniziata nel 1959 a Dosolo, in provincia di Mantova e, oggi, giunta alla quarta generazione. Con il passare dei decenni, le attività di macellazione e di confezionamento delle carni sono andate sempre più ampliandosi e strutturandosi fino a poter annoverare i numeri attuali: 7 unità produttive (2 a Dosolo, 1 a Sala Baganza, 2 a Langhirano, 1 a Boara Pisani e 1 a San Daniele del Friuli), 700mila capi macellati ogni anno e l’offerta di una vasta range di carni, salumi e affettati garantiti da un elevato numero di controlli sanitari, disciplinari DOP e certificazioni. La gamma dei prodotti della holding è costituita da prosciutti cotti, prosciutti stagionati e mortadelle.
Nell’ambito dei processi produttivi, di particolare rilevanza è “Qui Ti Voglio”, la filiera di salumi Martelli ottenuti da suini italiani nati e allevati nel rispetto del benessere animale seguendo appositi standard migliorativi rispetto alla normativa vigente e aderendo ai più alti livelli dello schema “Classyfarm per il Benessere Animale”, in particolare, ricorrendo a un utilizzo responsabile e contenuto dei farmaci, tanto che, durante i 4 mesi precedenti alla macellazione, non vengono somministrati antibiotici agli animali.
In occasione di un incontro stampa presso la sede di Langhirano (Parma), il management del Gruppo Martelli, in relazione ai recenti risultati in termini di business del 2024, ha sottolineato il conseguimento di un fatturato superiore ai 330 milioni di euro.
A margine della visita guidata all’unità produttiva, ne abbiamo parlato con Nicola Martelli, direttore marketing e vendite.
Può tracciare un bilancio attinente ai principali risultati conseguiti nel 2024 e nei primi 2 mesi del 2025?
“Il 2024 si è chiuso molto positivamente. siamo cresciuti in termini sia di fatturato che di vendite. I risultati conseguiti sono molto buoni. Pur vivendo momenti abbastanza particolari, ci riteniamo sicuramente soddisfatti. Per quanto riguarda l’inizio del 2025, posso dire che l’anno è partito bene, in termini di vendita e di marginalità”.
All’interno dei vostri stabilimenti, qual è il vostro approccio alla sostenibilità? Parliamo, in particolare, di energy saving…
“Nei nostri stabilimenti, da qualche anno, abbiamo già iniziato e continueremo anche nei prossimi anni a venire a investire sul fotovoltaico. Per esempio, qua, a Langhirano, abbiamo già predisposto l’impianto fotovoltaico da oltre un anno. Anche negli stabilimenti parmense e padovano ci siamo attrezzati in tal senso e posso già anticipare che, presso lo stabilimento di San Daniele del Friuli, tra poche settimane, inizieremo i lavori per dotarlo di impianto fotovoltaico. Come Gruppo, il nostro impegno è rivolto decisamente a investire nel fotovoltaico e, pertanto, nelle energie rinnovabili. Come noto, facciamo un lavoro che è per definizione energivoro e, quindi, riteniamo più che corretto investire sulle nuove fonti rinnovabili e sostenibili”.
Quali sono le vostre aspettative per il 2025?
“Crediamo e ci auguriamo di continuare nel nostro percorso di sviluppo non soltanto nel domestic market, ma anche all’estero: tenga conto che, in termini di export, vendiamo il 60% del prosciutto di Parma e il 20% del prosciutto cotto. USA ed Europa, in particolare, Germania e Francia, sono i nostri principali mercati esteri di riferimento, ma si stanno aprendo ulteriori possibilità sia in Australia che in Canada”.