- Approfondimento di comunicazione d'Impresa - Redazione di Largo Consumo
Felicetti presenta il bilancio di sostenibilità del Pastificio trentino
Pastificio Felicetti, riconosciuto anche quest’anno da Forbes tra le 100 aziende più sostenibili, ha presentato il suo bilancio di sostenibilità
Il Pastificio è oggi uno dei maggiori player italiani di pasta secca biologica, certificata CCPB (Consorzio per il controllo dei prodotti biologici). Il 100% della semola di grano duro impiegata per i prodotti a marchio è sempre di origine italiana (ad eccezione delle linee Khorasan Kamut®, di provenienza canadese). Confermato anche l’impegno nella ricerca e selezione delle varietà di semola meno convenzionali e di altissima qualità, che trova espressione nella Monograno, la linea di punta.
Continuano gli investimenti del Pastificio per il passaggio dalle bobine in plastica a quelle in carta che hanno portato a una riduzione dell'11% degli imballi in polietilene e polipropilene e a un aumento del 6% di quelli in cartone.
Da tre anni, ormai che Felicetti utilizza la confezione di pasta in carta 100% riciclabile certificata Pefc e proveniente da foreste gestite responsabilmente che ha permesso un risparmio di 56 tonnellate di CO2e immesse nell’ambiente.
Felicetti è ambizioso in termini di sostenibilità e l’obiettivo è quello di superare il 30% dei pack in carta entro il 2027 e introdurre nuovi materiali innovativi, stabili e performanti che possano essere smaltiti direttamente nell’organico, così da spostare un’ulteriore percentuale di volumi di plastica verso materiali compostabili.
Il Pastificio, da tempo impegnato nel miglioramento continuo dei processi produttivi ha installato impianti fotovoltaici e di cogenerazione negli stabilimenti di Predazzo e Molina, che nel corso dell’ultimo esercizio hanno generato 54.359 GJ, facendo contrarre del 38% la quota di energia acquistata dalla rete. Un risultato che ha ridotto di conseguenza anche le tonnellate di CO2e immesse in atmosfera.
Inoltre, tutti i rifiuti prodotti dall’azienda nel 2023 – peraltro ridotti complessivamente del 28% grazie a una accorta gestone degli scarti generati dai processi industriali – sono stati avviati al recupero, senza alcun ricorso allo smaltimento in discarica.
Segue una logica di circolarità anche l’accordo siglato per la cessione a titolo gratuito dei residui dell’impasto al biodigestore di Predazzo per la produzione di biogas destinato alla centrale di teleriscaldamento e di biodigestato per la concimazione dei campi.