Curtiriso: italiani pazzi per il basmati

Pazzi per il basmati. Gli italiani da sempre amano il riso - seppur con evidenti distinzioni di quantità tra nord e sud - ma tutti amano il basmati, perchè buono, profumato, veloce da cuocere, versatile e ingrediente perfetto per pietanze esotiche, etniche, alternative al classico risotto.

Curtiriso è una realtà italiana risalente al 1875, situata in uno dei territori più vocati alla coltivazione del riso, la Lomellina, ma oggi è bandiera del riso nel mondo grazie all'ingresso nel 1996 in Euricom Group, colosso mondiale da 900 milioni di euro di fatturato con stabilimenti e distribuzione in tutti i continenti e una forte propensione all'innovazione e alla sostenibilità.

“Se l'azienda ha ampliato la gamma di proposte con le bevande vegetali, le gallette e gli snack fuoripasto, è innegabile che il riso resti il nostro prodotto core - illustra Angelo Lonati Direttore Commerciale e Marketing - con una gamma sempre più ampia per varietà, adatte a differenti preparazioni e modalità di consumo.

Una novità presentata a Cibus riguarda i formati, con una confezione sottovuoto da chilo suddivisa in due porzioni da 500 grammi per preservare meglio il prodotto“.

Curti confeziona 160mila tonnellate l'anno di riso suddivisi tra brand, Curtiriso e Flora, e Private Label sia in Italia che all’ estero, per un fatturato complessivo di quasi 300 milioni di euro.

Dal tradizionale al parboiled, dal nero al basmati, il consumo di riso in Italia ha un andamento stagionale e diversificato per aree geografiche, ma costantemente al rialzo.

“l trend del consumo sono in crescita in Italia - conferma infatti Lonati - ed è un fenomeno costante degli ultimi tempi.

Il riso infatti è usato per il 70% come primo piatto, ma grazie alle mode portate dalle cucine etniche come il sushi, oggi è molto utilizzato anche come pietanza e contorno.

Non a caso, la varietà che è molto in crescita in Italia è il Basmati, che si produce in India e in Pakistan.

Per questo, abbiamo attivato progetti specifici di educazione degli agricoltori locali per una corretta pratica di coltivazione, in linea con i disciplinari europei.

Basti pensare che in Europa se ne consumano quasi 200mila tonnellate l’anno, e ben la metà è importata dal nostro Gruppo".