31/10/2024
Largo Consumo 10/2024 - Approfondimento - pagina 114 - 2 pagine
Dinamica salariale

Retribuzioni: Italia al palo

Retribuzioni: Italia al palo

L’economia italiana dà segnali di ripresa (al momento in cui scriviamo, la Banca d’Italia stima per il 2024 un aumento del Pil dello 0,6%), l’occupazione pure (+0,6% fra marzo e maggio), ma i lavoratori sono sempre più poveri. E la colpa non è solo dell’inflazione: la crisi innescata dalle misure anti-pandemia ha messo a nudo, enfatizzandole, tutte le disfunzioni del mercato del lavoro nazionale. La fotografia che emerge dal rapporto annuale dell’Istat sulla situazione del Paese è impietosa: l’8,2% degli occupati in Italia versa in condizioni di povertà assoluta e l’11,5% è a rischio povertà (solo la Spagna, fra i principali partner europei, segna un dato di poco peggiore), contro il 9,5% del 2010. È la conseguenza dell’andamento delle retribuzioni negli ultimi 10 anni: fra il 2013 e il 2019, – quindi prima del Covid, della guerra in Ucraina e dell’impennata dell’inflazione – gli stipendi lordi di fatto per dipendente sono cresciuti in termini nominali a un tasso medio annuo inferiore all’1%, per poi crollare del 4,3% nel 2020 in piena emergenza sanitaria. I successivi 3 anni di recuperi (+6,5%, +5,1% e +2,5% rispettivamente nel 2021, 2022 e 2023) hanno portato l’aumento complessivo delle retribuzioni lorde tra il 2013 e il 2023 al 16%: poco più della metà della media Ue27 e lontano dal +35% della Germania, ma anche dal +22,7% di Spagna e Francia.

Argomenti

Citati in questo articolo:
Job Pricing, Istat, Banca d’Italia, Eurostat, Infojobs, Willis Towers Watson