Largo Consumo 04/2021 - Approfondimento - pagina 99 - 4 pagine e 2/3 - Chiara Porzio
Lo stato dell’arte delle bioplastiche
Attualmente nel mondo si consumano circa 322 milioni di t all’anno di prodotti plastici tradizionali (fonte PlasticsEurope). La capacità produttiva mondiale di bioplastiche è di 4,16 milioni di t l’anno (fonte European bioplastics). Il termine si riferisce genericamente a molti e diversi materiali, ed è quindi utile precisare meglio cosa si intende. «Per definire meglio i vantaggi rispetto ai materiali tradizionali è utile precisare che oggi le diverse bioplastiche sul mercato possono, a seconda della formulazione, sostituire le plastiche tradizionali nella loro funzione e quindi eventualmente anche nei benefici – afferma Paola Branduardi, professoressa del Dipartimento di Biotecnologie e bioscienze dell’Università di Milano Bicocca e presidente della Pmi Galatea biotech –. Nelle bioplastiche, il suffisso “bio” può indicare l’origine non fossile della materia di partenza da cui viene formato il materiale, o la biodegradabilità a fine vita, o in alcuni casi entrambe le virtuosità. Nel primo
caso il vantaggio sarà legato alla non dipendenza da fonti fossili, che oltre a essere in esaurimento impattano negativamente sull’ambiente in fase sia di estrazione, sia di processamento. Nel secondo caso il vantaggio sarà principalmente legato alla non persistenza in ambiente del materiale e quindi a un suo inserimento più rapido nei cicli e flussi della materia. Considerato il livello di innovazione tecnologica, le bioplastiche promettono e in molti casi soddisfano sempre più le necessità multiple dell’utilizzatore finale, proponendosi non già come un esercizio accademico ma come una vera e propria alternativa industriale».