18/02/2021
Largo Consumo 02/2021 - Approfondimento - pagina 55 - 2 pagine
Pasta e bakery

L’anno del grano 100% italiano

L’anno del grano 100% italiano

Il tanto vituperato 2020, “annus horribilis” per la pandemia da Coronavirus, è stato anche il momento della ribalta del grano 100% italiano. Per Mauro Bruni, presidente dell’Istituto di ricerca “Aretè” di Bologna, «È stato un anno importante per il frumento made in Italy. L’attenzione all’origine, oltre che sui derivati più semplici, è cresciuta anche sui prodotti da forno, insieme all’essenzialità della ricetta e alla trasparenza degli ingredienti: il consumatore è rassicurato dal fatto che se questi ultimi sono pochi e comprensibili, allora ci sono meno conservanti. Ma mentre la ricetta della pasta è semplice e la farina la fa da padrone, nei prodotti bakery non è così ed è molto difficile che tutte le componenti siano 100% italiane». Secondo Bruni, nel cibo la diffidenza verso la materia prima con molti chilometri alle spalle è più emotiva che sostanziale: «Non ci sono basi scientifiche per affermare che la farina o la semola importate non siano valide. Non farei dello sciovinismo: se anche gli altri Paesi agissero con questo principio, immaginiamo cosa succederebbe con la frutta o il vino, che esportiamo per più del 50%. L’autarchia per fortuna è finita da tempo...

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Citati in questo articolo:
bertuzzi filippo, Ismea, Voiello, Nielsen, Italmopa, Balocco Alberto, De Matteis, Aretè, Bonifiche Ferraresi, Nucifora Fabrizio, Pasta Armando, Bruni Mauro

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