11/2022 - Notizia breve - Paola Piovesana
I 30 anni del Consorzio Tutela Speck Alto Adige
Era il lontano 1992 quando i 17 produttori originari costituirono il Consorzio Tutela Speck Alto Adige, amministrato dalla Camera di Commercio di Bolzano, per promuovere e tutelare un prodotto con una storia centenaria, vero e proprio emblema dell’Alto Adige.
Lo Speck Alto Adige IGP, infatti, può vantare una storia lunga e ricca di tradizione. È un prodotto popolare, che nasce dalla necessità di conservare a lungo la carne fresca, per poi consumarla tutto l’anno ma è anche il trait d’union tra due culture produttive: quella mediterranea del prosciutto, che prevede l’essicazione all’aria, e quella nordeuropea, che predilige l’affumicatura.
Una simbiosi che lo rende inconfondibile e che gli è valso, a partire dal 1996, il sigillo di qualità “Indicazione Geografica Protetta” (IGP) da parte dell’Unione Europea. Certificazione che l’UE rilascia solo dopo serratissimi controlli, dimostrando che lo Speck Alto Adige IGP è un prodotto, innanzitutto, di qualità.
È infatti quest’ultima, insieme alla passione per la tradizione, a guidare i 28 produttori, oggi tutelati dal Consorzio, che salvaguardano il marchio attraverso un attento monitoraggio del mercato.
Una tutela che si dimostra fondamentale per continuare a produrre un prodotto di qualità e in continua crescita. Sono diversi i prodotti a mercato che vengono definiti vere e proprie eccellenze italiane, così particolari da essere osannati e ammirati anche all’estero.
È il caso, tra gli altri, dei salumi, la “cured meat” di cui parlano di inglesi e di cui l’Italia va particolarmente fiera.
Re di questa categoria, in Alto Adige, è proprio lo Speck, prodotto in grado di differenziarsi nel nostro Paese – che rimane il primo mercato di sbocco – e all’estero.
Il mercato italiano
In Italia, il mercato dei salumi è uno dei maggiori nel settore food e, solo nel 2021, ha registrato un valore di 5,2 miliardi di euro.
Gli italiani amano i salumi e, in particolare, lo Speck Alto Adige IGP, che si mantiene stabile nelle vendite in GDO, dove viene venduto il 65% della produzione, seguita dal discount con il 22%, il dettaglio (5,6%), la gastronomia (5,3%) e l’ingrosso (3,8%).
La GDO, seppur non toccata da un aumento specifico di acquisto di speck negli ultimi anni, registra però un altro interessante dato: l’aumento di vendita di prodotti, in termini di quantità, a denominazione controllata e protetta.
La vendita segue, naturalmente, la produzione di Speck Alto Adige IGP, che negli ultimi 10 anni ha subito un’impennata.
Nei primi anni dalla certificazione IGP (1996) si è notato un considerevole aumento di produzione. Se nel 2001 sono state prodotte e certificate 1,9 milioni di baffe di Speck Alto Adige IGP, si registra nel 2021 una produzione di quasi 2,9 milioni.
Dato significativo, poi, è quello relativo alle confezioni di speck preaffettato: dai 22,7 milioni prodotti nel 2011 ai 46 milioni del 2021, con un valore che è più che duplicato, a dimostrazione della chiara tendenza a prediligere, negli anni, questa tipologia merceologica di Speck Alto Adige IGP.
In effetti, il consumatore è molto cambiato negli anni e le confezioni più piccole soddisfano meglio le esigenze delle famiglie moderne.
Anche in questo caso, lo Speck Alto Adige IGP ha saputo cogliere questa nuova sfida, proponendo un prodotto che incontrasse queste nuove abitudini di consumo. Questo solo in Italia.
Il mercato estero
Grandi soddisfazioni anche nei mercati esteri: lo Speck Alto Adige IGP è infatti uno dei salumi italiani più esportati con una quota di 33,7% di esportazione.
In particolare, in Germania (il mercato estero principale, con un dato export del 28,9%), negli Stati Uni (1,9%, al secondo posto) e in Francia (1,4%, al terzo posto).
Il Consorzio continua il lavoro di tutelare e registrare i marchi anche all’estero, garantendo così a tutti i consumatori la facile reperibilità – davvero ovunque – del prodotto.
La vigilanza di mercato e i controlli di qualità Il marchio IGP, che contrassegna lo Speck Alto Adige prodotto dai 28 consorziati, è un riconoscimento che attesta non solo la tracciabilità della materia prima e la qualità del prodotto, ma anche il rispetto di una tradizione generazionale che sottende al settore del salume altoatesino.
È per questo motivo che da alcuni anni il Consorzio collabora anche con Massimo Malnerich, ispettore del Ministero delle Politiche Agricole, per verificare il corretto utilizzo della denominazione IGP e accrescere la percezione positiva del marchio stesso.
Nel corso dei 30 anni, i controlli effettuati sono stati decine di migliaia. Indicazione della denominazione sul cartellino del prezzo del punto vendita, conformità dell’etichetta del prodotto, utilizzo della denominazione e del marchio sui messaggi pubblicitari e sui prodotti preconfezionati sono stati gli aspetti più controllati.
Ad esempio nel 2021, che ha visto 980 visite ispettive in Italia (di cui 65 nella regione Trentino-Alto Adige), 384 controlli all’estero – principalmente tra Germania, Austria e Francia – e supervisione di 200 pagine internet relativamente all’uso della corretta denominazione.
I controlli qualità
I controlli qualità sullo Speck Alto Adige IGP, effettuati già da più di 20 anni dall’istituto indipendente IFCQ Certificazioni, riguardano l’intera filiera, dalla materia prima al prodotto finito e vengono effettuati, tramite sopralluoghi, da tre ispettori dell’IFCQ.
Nel decorso dei controlli, vengono controllati i fornitori sottoposti a verifiche in merito alla conformità con le specifiche linee guida sulle materie prime, con particolare attenzione alla tracciabilità delle carni.
Inoltre, all’arrivo delle merci presso le aziende produttive, cosce fresche di maiale a campione sono esaminate per rilevare l’eventuale presenza di batteri di salmonella e listeria.
Inoltre, le baffe sono sottoposte a test organolettici e ad analisi delle caratteristiche chimiche. Quali sono le sfide per i prossimi 30?
Le sfide per il futuro Il viaggio dello Speck Alto Adige IGP e del Consorzio che lo tutela non è ancora finito e questi primi 30 anni hanno posto le basi per un rigoglioso futuro.
Le sfide del futuro Le sfide che compaiono all’orizzonte vengono accettate con gioia dal Consorzio, che per il prossimo biennio 2022-2024 riconosce l’importanza di puntare su una strategia che metta la sostenibilità al primo posto, definendo standard di produzione a lungo termine, che facilitino le operazioni e rendano il prodotto sinonimo di sostenibilità sociale, economica e ambientale.
Ad oggi, il Consorzio Tutela Speck Alto Adige dà lavoro a centinaia di persone, dimostrandosi punto di riferimento sia dal punto di vista sociale che economico.
Insieme a questo, altri obiettivi condivisi dai 28 soci sono portare avanti un management di qualità, continuando a puntare sui valori fondativi del marchio e allo stesso tempo aumentando assortimento e servizi offerti al consumatore; incrementare l’awareness del prodotto all’estero e i volumi di export, con la certezza di esplorare nuovi mercati, consolidando allo stesso tempo la propria presenza in quelli chiave; e, ultimo ma non per importanza, perfezionare le attività di marketing, facendo un particolare focus sulla campagna di immagine iniziata nel 2022 e attiva per i prossimi 3 anni in Italia, con l’obiettivo di incrementare il numero di acquirenti e la frequenza di consumo dello Speck Alto Adige IGP.
Come? Rendendo lo Speck Alto Adige IGP più familiare ai consumatori italiani puntando sulle caratteristiche uniche del prodotto, la sua provenienza e i suoi valori nutrizionali.
Sarà la campagna “In realtà è Speck Alto Adige IGP” a veicolare questi importanti messaggi, con una programmazione radiofonica sulle principali emittenti italiane, uno spot On Demand che verrà riprodotto su Rai, Publitalia e Sky Italia e uno speciale progetto nelle scuole primarie.
“La registrazione dello Speck Alto Adige nell’elenco dei prodotti IGP ha dato a tutti noi la possibilità di presentarci sul mercato insieme, forti della nostra unione e della particolarità del prodotto.
Grazie a questa forza, il marchio Speck Alto Adige IGP è oggi riconosciuto sia a livello nazionale che fuori dai confini dell’Italia, a dimostrazione di una crescita ben guidata negli ultimi anni.
Questi primi 30 anni del Consorzio ci hanno dimostrato la forza del nostro amato prodotto e, al contempo, ci hanno fatto capire quanto sia importante affrontare il mercato insieme, uniti.
In più, ci siamo resi ancora più conto di quanto qualità, tradizione e territorio facciano la differenza” ha commentato Paul Recla, presidente del Consorzio Tutela Speck Alto Adige.
“Lo Speck Alto Adige IGP è un prodotto del territorio e il suo immenso valore è indissolubilmente legato alla terra che lo genera, l’Alto Adige: è qui, infatti, che le condizioni climatiche sono ideali per la produzione di questo unicum culinario e qualitativo. Preservarne l’unicità è fondamentale per continuare a offrire un prodotto di qualità, buono e sano”.
Dopo il riconoscimento, nel 1996, di prodotto a “Indicazione Geografica Protetta”, altro momento chiave è nel 2003, quando il Consorzio Tutela Speck Alto Adige viene autorizzato ufficialmente dal Ministero per le Politiche Agricole e Forestali a rappresentare gli interessi dei produttori di speck.
Oggi, il Consorzio tutela gli interessi di 28 produttori di Speck Alto Adige IGP e tra le sue attività di competenza rientrano la politica di qualità, la tutela del marchio e le iniziative promozionali, che sono regolamentate da linee guida dell’Unione Europea (Reg. 510/2006), dello Stato (Legge 526/99) e della Provincia Autonoma di Bolzano.
L’obiettivo principale del Consorzio è stato e continuerà ad essere quello di tutelare la qualità dello Speck Alto Adige IGP e rafforzare sempre di più la fiducia dei consumatori.